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Dis-identificazione dalla mente

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dis-identificazione dalla mente

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L’atto di dis-identificazione dai contenuti della mente richiede una radicale trasformazione delle nostre opinioni in merito ad essi: le «etichette» – tutti i giudizi, le definizioni, le categorie, le convinzioni – che normalmente appiccichiamo ai nostri processi mentali. Facciamo un esempio concreto: il mio partner entra in casa e io lo vedo entrare.

io allo specchio

Fin qui è tutto normale. È un’immagine semplice. Ma qual è il mio primo pensiero in quel momento?
Non appena quell’immagine entra nella nostra mente, si innesca tutta una serie di processi: subito provo qualche sentimento, la gioia di rivederlo, un senso di sorpresa, perché non lo aspettavo… E a questo sentimento si associa un pensiero. Se per esempio ho provato gioia nel rivederlo, potrei pensare: non gli mostrerò tutta la mia gioia, perché altrimenti potrebbe pensare che sono molto dipendente da lui. Proprio ieri mi ha detto di nuovo di non essere così appiccicosa… Oppure: ora lo abbraccio e gli mostro tutta la mia gioia, e la esagero addirittura un po’ per fargli dimenticare quel brutto episodio dell’altro giorno. È così che noi diamo subito un’etichetta alle cose. Questo è bene, questo è male, se ora faccio questo succede quest’altro, ecc. Tutte queste etichette portano l’impronta del nostro carattere e delle nostre voci interiori. L’aver visto entrare il partner non ha creato in noi un sentimento neutrale, che possiamo accogliere dicendo a noi stessi «sì, ecco ciò che provo per lui» ma ha prodotto in più un giudizio, un’interpretazione del sentimento: dovrei non provare questo sentimento, dovrei provare un altro sentimento, o dovrei provarlo in modo diverso ecc. E non è finita lì: vien sempre ad aggiungersi un altro pensiero, che interpreta o critica il giudizio iniziale: «ma perché penso sempre così. In fondo non è vero»… e poi vengono ad aggiungersi altri pensieri ancora, che interpretano quell’interpretazione… E ai pensieri si aggiungono immagini di situazioni passate, e immagini di situazioni che speri che avvengano, o che temi che avvengano.

I 5 elementi – corso di sciamanesimo

Così passiamo il tempo, parlando con noi stessi. Di solito questa concatenazione di processi mentali avviene molto velocemente e non ne siamo consapevoli, non ne vediamo i singoli elementi, da quel luogo silenzioso che è nel centro di noi, ma siamo trascinati dalla catena di pensieri-emozioni-sensazioni-pensieri-immagini-pensieri… e ne usciamo, come da una trance, quando una di quelle catene associative si esaurisce o quando qualche nuovo avvenimento esterno ci distoglie.
Lo scopo della meditazione è appunto non entrare in questa specie di lunga telefonata con noi stessi, in questo film interiore, in questo flusso di emozioni – e, se ci entriamo durante la meditazione, di accorgetene subito e di destarci da essi per tornare nel vero centro di noi stessi: a percepire da lì le cose per quello che sono e non per quello che pensiamo che siano o che pensiamo dovrebbero essere.
In quest’esempio ciò significherebbe percepire la gioia alla vista del partner per quello che essa semplicemente è, cioè gioia, sgombrandola da tutti quei concetti che ci siamo fatti sulla gioia e sul rapporto con il nostro partner.
Elmar e Michaela Zadra
Dal libro Tantra

Puoi tornare a quel luogo silenzioso dentro di te seguendo questa meditazione guidata.

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