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La mente, l’osservatore, il creatore, la felicità

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La mente, l’osservatore, il creatore, la felicità

“Sento che la tua mente è irrequieta. Stai ponendo mille domande a te stesso sul perché sei qui, su quale dovrebbe essere il comportamento da tenere, e cosa dovresti fare per compiacermi. La tua mente si agita in modo incontenibile, cercando di immaginare come gli altri potrebbero vederti. Sei in balia di un mondo illusorio dal quale tenti di proteggerti attraverso una frenetica attività mentale, formulando ipotesi su quello che gli altri starebbero pensando di te. Più ti agiti, più le corde immaginarie che ti tengono legato si stringono intorno a te. Sei come un uccellino che si è impigliato nella rete del cacciatore. Si agita sperando di liberarsi, ma il suo dibattersi non fa altro che stringere ancora di più le maglie che lo tengono prigioniero. Non ti accorgi però di essere sia il cacciatore che l’uccellino, e ti dibatti inutilmente con la speranza di far fronte a una situazione che tu stesso hai creato.”

io allo specchio

Rimasi sbalordito nel sentire quelle parole. Sembrava che il Maestro riuscisse a leggermi nel pensiero, perché aveva espresso le mie sensazioni meglio di quanto avrei potuto fare io stesso. In effetti, mi stavo preoccupando esclusivamente di quello che il Maestro e gli altri monaci avrebbero potuto pensare di me. Ero impacciato in quelle vesti, e questo mi faceva pensare che quel mio imbarazzo fosse del tutto evidente ai loro occhi. Questo pensiero mi stava attanagliando la mente senza tregua fin dal primo momento in cui avevo messo piede in quella sala.
Finalmente il Maestro aprì gli occhi, uscendo da quell’apparente stato di trance attraverso il quale sembrava poter sondare la mia mente: “Rilassati – mi disse accennando nuovamente un sorriso – tutte le volte che ti preoccupi di quello che gli altri pensano di te, diventi loro prigioniero. La tua mente crea la situazione, e poi inizia a combatterla per cercare di uscirne. Puoi liberarti del problema solo dopo aver compreso che non esiste alcun problema, se non nella tua mente. Questo è sempre vero, anche quando credi di essere in situazioni senza alcuna apparente via d’uscita. Hai la possibilità di far sparire i tuoi problemi in qualsiasi momento, semplicemente comprendendone la natura illusoria, ma soprattutto realizzando di esserne l’unico artefice.” “Le chiedo scusa Maestro – replicai – ma deve comprendere che mi trovo in una situazione del tutto nuova…” Mi interruppe subito dicendo: “Non devi scusarti di nulla, perché di nulla è fatto ciò che credi di sperimentare. Le tue scuse dimostrano che sei ancora imbrigliato nella situazione illusoria creata dalla tua mente. Abbassa le tue difese, esci dall’illusione. Le tue orecchie sentono le mie parole, ma la tua mente si rifiuta di comprenderne il senso.” A questo punto smise di parlare e chiuse di nuovo gli occhi, aggrottando le folte sopracciglia bianche, come se stesse sondando di nuovo i miei pensieri. “Hai bisogno di calmare la tua mente – continuò – e ritrovare il centro del tuo essere, prima di poter essere in grado di comprendere i miei insegnamenti. Ora chiudi gli occhi, e fai esattamente quello che ti dico. Concentra tutta la tua attenzione sul respiro…” Feci come il Maestro mi indicava, cercando di rimanere il più possibile immobile. Mi resi conto che il mio respiro era teso e poco profondo, probabilmente a causa della tensione che sentivo in quel momento. E’ incredibile scoprire che, fin quando non si presta attenzione al proprio corpo, questo si comporta in modo meccanico, riflettendo tutte le tensioni emotive del momento. “Respira con la parte bassa del torace – mi disse, parlando lentamente e con un tono di voce basso – rallenta il ritmo e aumenta la profondità del tuo respiro. Fermati per qualche istante tra l’espirazione e l’inspirazione successiva. Osserva con molta attenzione quel breve intervallo, sentendo la vitalità che permea il tuo corpo. Senti di essere seduto qui, in questo momento. Senti di essere vivo. Rivolgi la totale attenzione verso il tuo essere… Senti di essere, e basta.” A quel punto smise di parlare, lasciandomi sperimentare quello che mi aveva appena indicato di fare. Rimasi lì ad occhi chiusi, ad ascoltare le mie sensazioni interne, per un tempo che non saprei ben definire.

apertura del chakra del cuore

“Osserva il tuo corpo e la tua mente – continuò – come se non ti appartenessero. Identificati con colui che osserva, e non tentare in alcun modo di contrastare le tue emozioni o i tuoi pensieri. Lascia che tutto avvenga. Tu credi di poter avere il controllo su ciò che accade al tuo interno, ma tutta l’energia che impieghi nel tentare di controllare ciò che è incontrollabile, si ritorce inesorabilmente contro di te. Le cose accadono e basta. La tua capacità di scelta si traduce solo nella possibilità di decidere se combatterle, o osservarle.” Fece di nuovo una lunga pausa, probabilmente per permettermi di rilassare la mia mente e lasciare andare qualunque tentativo di controllarla. Devo dire che la cosa pareva funzionare, perché il mio respiro si andava facendo via via sempre più calmo e profondo, e sperimentai una quiete mentale che solo un momento prima avrei pensato fosse impossibile da raggiungere.
“Ora sei più tranquillo. Riapri gli occhi, e ascolta. Per gran parte della tua vita hai sperimentato l’inutilità della resistenza verso i tuoi pensieri e le tue emozioni. Hai anche sperimentato quanto sia inutile tentare di operare qualsiasi tipo di controllo, ma la scarsa attenzione verso la tua realtà non ti ha mai permesso di trarre un insegnamento da tutto ciò. Nonostante l’evidenza del fallimento di questo assurdo atteggiamento, hai sempre ostinatamente rifiutato di riconoscere questa verità. E’ tutta qui la chiave dell’esistenza. Ti sto rivelando uno dei concetti fondamentali che devi sempre tenere a mente.” Il discorso mi scosse non poco, considerando che stava mettendo in discussione, in un sol colpo, un castello di credenze su cui avevo basato l’intera mia esistenza. Non potei quindi fare a meno di obiettare: “E’ difficile Maestro riuscire a rimanere impassibili di fronte alle vicissitudini della vita. Pensieri ed emozioni non sono altro che il normale effetto indotto nella mente dagli eventi che viviamo. E’ normale essere tristi se ci accade qualcosa di spiacevole, o agitati se ci troviamo in una situazione non confortevole.” Il Maestro rimase impassibile alle mie parole, e mi fissò dritto negli occhi, facendo trascorrere nel silenzio alcuni interminabili secondi. Probabilmente, pensai, non avrei dovuto interromperlo con le mie stupide obiezioni. Ero lì per imparare, e quel silenzio assordante che faceva da sottofondo al suo sguardo penetrante, probabilmente aveva lo scopo di ricordarmelo. Poi, avendo forse percepito il mio forte imbarazzo, con tono amorevole e pacato mi rassicurò dicendo: “Capisco la tua difficoltà a comprendere ciò che sto dicendo, e posso anche capire il tuo disagio quando non rispondo immediatamente alle tue obiezioni. Non devi intendere le mie pause come una forma di disappunto rispetto alle tue parole, né come una forma di giudizio. Si tratta invece di uno strumento che serve per tenere a bada la parte meccanica del proprio essere. Imparerai che la mente identificata con l’ego vuole a tutti i costi avere ragione, e lo fa in modo compulsivo, non controllato. Un essere non identificato con la propria mente ha imparato a essere presente e a osservare le reazioni dell’ego, che vorrebbe invece rispondere immediatamente, contrapponendo con veemenza le proprie ragioni. La pausa è il mezzo con il quale il saggio mette a tacere la mente egoica, osservando le proprie reazioni, e non identificandosi con esse.

Un essere risvegliato non potrà mai essere trascinato senza il suo volere in nessun tipo di confronto, né verbale né fisico. Capirai l’importanza delle pause quando avrai imparato ad essere presente a te stesso, e ad osservare la tua mente con distacco.” Ero seduto lì da pochi minuti, e già avevo ricevuto una moltitudine di insegnamenti. Capii che persino le pause rappresentavano una preziosa occasione per imparare qualcosa. Iniziavo ad esser grato per quella fantastica ed insolita esperienza. “Ora, riguardo alla tua obiezione – continuò il Maestro – potrebbe apparire ovvia agli occhi di chi non sa come funziona davvero il mondo. Il grande errore che stai facendo è quello di non capire che ciò che apparentemente può sembrare la causa, in realtà ne è solo l’effetto. Non sei triste perché ti è accaduto qualcosa di spiacevole, ma ti accade qualcosa di spiacevole perché hai coltivato l’abitudine a essere triste. Non conoscendo questa importante legge, tendi a ignorare la causa principale di qualsiasi evento della tua vita. Prima di tutto viene il pensiero, che è l’unica e sola causa di tutto ciò che accade. Poi, osservando il risultato della tua creazione, reagisci in modo meccanico ad essa, finendo per credere che la tua emozione sia il risultato dell’evento esterno. Hai semplicemente invertito l’effetto con la causa, ma soprattutto stai ignorando il vero scopo di tutto questo meccanismo di creazione.”

“Ascoltami con attenzione – disse con fare serio, alzando l’indice della mano destra, a sottolineare l’importanza di quanto mi stava rivelando – sei qui per creare la tua realtà, con l’unico scopo di farne esperienza. Sei l’osservatore, che con l’atto della semplice osservazione può decidere su cosa porre la propria attenzione. Ma sei anche un essere divino, e in quanto divino, l’Universo non può fare altro che rispondere assecondando i tuoi pensieri, e materializzando nella tua realtà tutto ciò su cui posi la tua attenzione. Sei tu l’origine di tutto. Ecco la chiave dell’esistenza. Non hai alcuna possibilità di modificare ciò che stai sperimentando nel qui e ora. E’ lì perché lo hai chiesto, e il tuo unico compito è quello di farne esperienza. Ciò che sperimenti è il risultato delle tue scelte precedenti, che una volta materializzate non sono più modificabili, in quanto cristallizzazioni di pensieri passati. La realtà che sperimenti è come la creta modellata dalle abili mani di un artigiano. Finché non viene posta in forno per la cottura può essere modellata in qualsiasi forma, ma una volta cotta, quella creta risulta non più modificabile. Sarebbe stupido per quell’artigiano voler modificare il risultato finale della sua opera agendo con un martello, perché otterrebbe solo un cumulo di cocci. Allo stesso modo è altrettanto stupido contrapporsi al momento presente attraverso la lamentela, il giudizio o la rabbia. Facendo così rinunci al tuo potere, delegandolo all’esterno. Contrapponendoti al momento presente stai di fatto rinnegando la tua stessa creazione. Dimostra invece la tua saggezza agendo sulla vera causa. Devi agire sui tuoi pensieri, comprendendo che tutto ciò che vedi è solo la materializzazione delle tue scelte precedenti. Se impari ad agire modificando ciò che accade al tuo interno, la realtà non potrà che riflettere questo tuo cambio di prospettiva, non c’è altra possibilità. Ti hanno sempre insegnato che il libero arbitrio si esprime nella libertà di fare, quando invece rappresenta esclusivamente la libertà di scegliere dove porre la propria attenzione, che si traduce nella libertà di scegliere cosa sperimentare. Se qualcosa non ti piace, puoi semplicemente distogliere la tua attenzione da essa, concentrandoti invece su quello che desideri, al fine di farne esperienza. Questo è il libero arbitrio di cui, in quanto essere divino, sei stato dotato fin dalla nascita. E’ l’unico libero arbitrio esistente in natura, e quindi l’unico che tu abbia la facoltà di esercitare. Questa verità è sempre stata davanti ai tuoi occhi, perché hai avuto modo di sperimentare più volte gli effetti deleteri della tua ottusa resistenza verso le cose del qui e ora che non soddisfacevano le tue aspettative. Ebbene, ponendo l’attenzione su di esse non hai fatto altro che chiederne ancora all’Universo, che come ti ho detto non può che ubbidire ai tuoi voleri. Hai la facoltà di scegliere attraverso la tua attenzione, ed è così che crei la realtà che andrai a sperimentare. Questa è la grande e unica verità che la tua cecità non ti ha mai permesso di vedere.”

Non credevo alle mie orecchie. Trovavo semplicemente fantastica l’idea che il libero arbitrio non fosse altro che la libertà di scegliere i propri pensieri, e che questa scelta si traducesse poi in successive esperienze di vita. Il Maestro in poche parole mi aveva spiegato una delle più importanti verità su come funziona il mondo. Era la spiegazione più sensata e plausibile che avessi mai ascoltato su quella che in occidente chiamiamo la legge di attrazione. La calma interiore che avevo sperimentato in quella breve meditazione mi aveva fatto comprendere quanto fosse inutile combattere le proprie emozioni, o la realtà esterna. E quanto invece fosse semplice ritrovare la serenità e riprendere il controllo della propria mente attraverso l’osservazione. Controllare significa osservare e assecondare, non combattere. Ora mi era chiarissimo. Mentre ascoltavo le parole del Maestro un giovane monaco si avvicinò e mi versò in una ciotola un po’ di thè dalla teiera fumante che era al centro del tappeto sopra il quale eravamo seduti. Lo ringraziai con un cenno del capo, ricevendo in cambio un inchino e un largo sorriso, mentre a mani giunte e a capo chino si allontanava da noi, camminando all’indietro, credo in segno di rispetto nei confronti del Maestro. Osservando l’espressione serena di quel giovane monaco mi ritornò alla mente la gioiosa accoglienza che ricevetti al mio arrivo, e le facce sempre sorridenti di chiunque avessi incontrato in quel monastero. Lo stesso Maestro aveva un fare gentile e amorevole nei miei confronti, benché apparentemente non ne avesse alcun motivo. Mi stavo rendendo sempre più conto di essere capitato in uno strano mondo, dove la tristezza sembrava essere bandita, e dove tutti erano sempre e comunque felici e sereni. La cosa mi incuriosiva, perché non riuscivo a capire il motivo di tanta gioia, quindi provai a chiedere: “Maestro, ho notato che tutte le persone che vivono in questo monastero sembrano essere perennemente felici. La loro espressione denota una serenità interiore che sembra prescindere da quello che accade esternamente. Per me è davvero difficile comprendere come si possa essere felici senza alcuna ragione apparente. Qual è il segreto di tanta serenità?” “La serenità deriva da una profonda conoscenza della propria intima natura – rispose con tono calmo e pacato – Se tu sapessi di essere eterno, e che nulla di quanto vedono i tuoi occhi potrà mai arrecarti del danno, non saresti anche tu felice di vivere questa esperienza terrena? Non saresti felice se fossi a conoscenza del fatto che quello che stai vivendo è solo un meraviglioso sogno, e che tutto l’Universo trama a tuo favore, affinché tu possa elevare sempre di più la tua consapevolezza e avvicinarti così alla tua vera essenza divina?”

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Non riuscivo a comprendere del tutto quello che il Maestro mi stava dicendo. Il mondo per molte persone è un luogo di sacrifici e di dolore, dove esistono guerre, ingiustizie e atrocità di ogni genere. Non mi era per niente chiaro come il conoscere la propria natura potesse alleviare queste sofferenze e rendere felice una qualsiasi persona, a prescindere da quello che accade intorno a lui. Mentre facevo questi ragionamenti, devo aver modificato la mia espressione e rivelato in qualche modo le mie perplessità, perché il Maestro dopo una breve pausa riprese a parlare: “E’ normale che tu continui a essere confuso riguardo a ciò che ti sto dicendo. Non potrai mai comprendere le mie parole finché continuerai a credere che la felicità debba necessariamente dipendere da qualche causa esterna. Finché cercherai la tua felicità al di fuori di te, sarai destinato ad un sicuro fallimento. Aspettando una causa esterna stai solo confondendo la causa con l’effetto. Ricordi? Ti ho appena detto che sei tu l’origine di tutto. Non esiste altra causa al mondo all’infuori di te. Questo vuol dire che devi prima creare l’effetto desiderato, e la causa si manifesterà.” “Maestro – obiettai – come faccio a creare l’effetto, se quell’effetto non si è ancora manifestato nella mia vita? Se desidero tanto possedere qualcosa, come faccio a creare prima quella cosa? Sono davvero confuso…”

“Stai puntando l’obiettivo sbagliato – rispose il Maestro – devi prima comprendere bene cosa si intende per effetto. Chiediti qual è lo scopo di qualsiasi tuo desiderio. Tu non desideri avere qualcosa per il semplice scopo di possederla, ma per assaporarne la gioia del possesso. L’effetto finale a cui aspiri, quindi, non è il possesso fine a se stesso, bensì l’emozione che viene generata da quel possesso. Tu non intendi possedere cose. Tu intendi essere felice, e credi erroneamente che la felicità possa derivare dal possesso di qualcosa di materiale, perdendo di vista il vero scopo finale. Ecco il grande fraintendimento di cui sei vittima, ed ecco il motivo per cui credi di non poter essere davvero felice senza alcuna causa apparente. L’effetto finale a cui aneli è la tua emozione di gioia, che rappresenta l’unica cosa che sei in grado di controllare, e sulla quale hai potere esclusivo e incondizionato. Ricordi l’esempio del vaso di argilla? Puoi modellare quel vaso attraverso le tue emozioni, che sono sotto il tuo diretto controllo. Essere felici è una scelta, che deve prescindere da qualsiasi ottenimento materiale. Sii felice, e il mondo dovrà escogitare necessariamente qualcosa per giustificare quella tua felicità. Crea l’effetto, e la causa si manifesterà. Questo è il grande segreto che, benché fosse da sempre davanti ai tuoi occhi, hai sempre costantemente ignorato.” “Maestro, comprendo che il fine ultimo non è possedere cose, bensì godere della felicità di possederle, ma continuo a non comprendere come sia possibile essere felici senza che esista prima un motivo che giustifichi tale felicità. Per quanto mi possa sforzare, è davvero difficile se non impossibile credere che si possa produrre artificialmente un qualunque stato mentale, sia esso di felicità o anche di tristezza. La prego di spiegarmi come questo possa accadere.” “Credi di non saperlo, ma in realtà la soluzione è davvero semplice, ed è sempre stata sotto i tuoi occhi. Dimostri di essere del tutto cieco quando dici di non avere alcun motivo per essere felice, qui e ora. Ricordi? Quando quel discepolo poco fa ti ha versato del thè, lo hai ringraziato, e questo ti ha fatto sentire bene per un po’. La gratitudine è uno dei più potenti strumenti per indurre uno stato di beatitudine nella tua mente, scacciando da essa tutti i pensieri illusori di paura e di preoccupazione. Hai ringraziato perché hai ottenuto qualcosa che ritenevi piacevole, e che forse era anche tuo desiderio avere. Guardati intorno, e guarda quante cose sono già a tua disposizione, esattamente come il thè che stai assaporando. Godi di ottima salute, possiedi una casa, hai tante cose che riempiono la tua vita e ti permettono di essere felice. Se non le avessi, desidereresti sicuramente averle, e non avresti alcun dubbio riguardo al fatto che arrivare a possederle ti renderebbe felice. Ma quelle cose le hai già. Perché non sei felice allora? Per quale motivo, inoltre, ti sei sentito in dovere di ringraziare il discepolo per averti versato del semplice thè, e invece non senti di dover ringraziare l’Universo per tutte le bellissime cose che fanno già parte della tua vita? Ecco la strada verso la felicità. Non devi aspettare che ti accada qualcosa nel futuro, perché il futuro è solo un’illusione creata dalla tua mente. Puoi invece sentirti grato, nel qui e ora, per tutto ciò che già possiedi e che rende piacevole la tua vita. Ringrazia allora ogni mattina il letto che ti ha tenuto al caldo tutta la notte; ringrazia il tuo corpo perché ti permette di vivere e assaporare le cose belle della vita.

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Ricorda ogni giorno di esprimere immensa gratitudine per la tua casa, o il cibo che mangi. Celebra con gioia tutto ciò che già hai, e così facendo ti avvicinerai alla verità, a ciò che sei veramente, e questo porterà alla luce la tua felicità. Ricorda, stai creando un mondo che ha l’unico scopo di dare conferma alle tue emozioni e sensazioni. Ora sai che esercitando il tuo libero arbitrio puoi facilmente scegliere dove dirigere la tua attenzione, e quindi controllare quello che provi. Questo vuol dire che hai anche la chiave per poter scegliere ciò di cui fare esperienza.” Avrei voluto replicare al Maestro che, benché avessi compreso l’importanza di essere grato per le cose della vita, non avevo ancora ben chiaro il nesso tra la gratitudine, la verità e la felicità, ma al mio accenno a parlare venni subito fermato da un suo gesto della mano, che mi fece comprendere di dover tacere e continuare ad ascoltare. “Continui ad assecondare la tua mente irrequieta, che cerca ottusamente di comprendere e di riportare a qualcosa di conosciuto ciò che dico. Non puoi afferrare con la mente ciò che non appartiene al regno della mente. Ascoltami attentamente: a differenza dell’illusione, alla verità non serve alcuna conferma, e non ha bisogno che tu le creda per esistere. E’ già lì, esiste da sempre, e continuerà ad esistere anche dopo che l’ultima delle tue illusioni sarà svanita. Quello che devi fare è solamente eliminare tutto ciò che non è reale e che impedisce alla verità di venire in superficie. Ebbene, forse la cosa ti stupirà, ma devi sapere che la verità e la felicità sono esattamente la stessa cosa. Anzi, più esattamente, la felicità è un altro dei tuoi sensi, che ti fa comprendere quanto tu sia vicino alla verità. Più sei immerso nell’illusione, più sei lontano dalla verità, e più avverti la mancanza di felicità. Quando la tua mente è invasa da pensieri di preoccupazione o di paura, stai dormendo benché i tuoi occhi siano aperti, pienamente immerso nel tuo sogno, lontanissimo dalla verità. Il tuo sogno ti fa credere nell’esistenza di un mondo che non esiste, e ti scherma da quella che è la verità ultima, alla quale puoi avvicinarti solo eliminando gli innumerevoli strati che, come nuvole grige, ti impediscono di assaporarne la luce e il calore. Quando apprezzi qualcosa, e di conseguenza ti senti grato, stai semplicemente eliminando alcune di quelle barriere, perché attraverso la gratitudine sgomberi la mente da qualsiasi altro rumore, avvicinandoti alla verità. In quel momento ti senti un po’ meglio, perché inizi a intravedere la vera realtà, che, così come fanno i raggi caldi del sole, ti dona sollievo. Ebbene, quel sollievo è ciò che percepisci come felicità. E’ sempre presente, al di là dei tuoi miseri pensieri di paura, esattamente come i caldi raggi del sole sono sempre là, al di là dello strato di nubi.” La felicità è sempre presente? Davvero sconcertante. Improvvisamente realizzai che quel senso di inquietudine che alberga costantemente nella nostra mente non è altro che il risultato del rumore mentale che, a detta del Maestro, ci tiene lontani dalla Verità, e quindi dalla conseguente felicità. Per poterla percepire bisogna eliminare gli strati dell’illusione che ci tengono lontano da lei. Incredibile quanto rendiamo la nostra vita artificialmente difficile, attraverso le nostre stupide e inutili elucubrazioni mentali. La felicità è davvero a portata di mano, basta volerlo. Ora iniziava a diventarmi chiaro per quale motivo quei monaci erano tutti così apparentemente felici. Avevano semplicemente eliminato qualsiasi ostacolo verso quella che il Maestro chiama la Verità.

Tratto da “Il monaco che non aveva passato” di Paolo Marrone

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