fbpx
PageLines-LOGO-header-bianco.png

Il prete: l’effetto di una “parola forte” mal compresa

disciplina: - Articolo inserito il
Il prete: l'effetto di una "parola forte" mal compresa

Prendiamo un’altra storia familiare. […] Qualche anno fa, una signora disse: “Sono preoccupata, perché mia figlia ha una brutta forma di asma e ho paura che muoia”.
– “Perché?”
– “Perché è la figlia maggiore ed è malata: mia sorella più grande è morta, mia madre ha perso la sorella maggiore e mia nonna ha perso suo fratello maggiore. E’ da generazioni che il maggiore dei figli muore giovane.” Ed ella aggiunse: “Vorrei fermare questa cosa, ma non posso! Ne ho parlato con il nostro medico e anche lui è molto preoccupato per mia figlia”.

[…] [I suoi antenati] erano agricoltori e si erano mossi poco: dei contadini della Savoia che, durante la Rivoluzione e il Terrore, avevano nascosto un prete. Egli li aveva ringraziati, li aveva benedetti e li aveva salutati dicendo: “Per ringraziamento, il maggiore di ogni generazione veglierà su di voi”. Da allora, per caso, per due secoli, il maggiore di ogni generazione diventò un “piccolo angelo in cielo”, che vegliava su di loro. E questa donna continuava a vivere con angoscia questi decessi, come una sorta di maledizione familiare incomprensibile.

[…] Ho parlato con questa signora e le ho fatto comprendere che si possono interpretare le cose in maniera diversa, a seconda del proprio quadro di riferimento: vi è una differenza tra una benedizione e una maledizione. La frase “Il maggiore di ogni generazione veglierà su di voi” poteva essere interpretata in molti modi: di conseguenza, se sua figlia fosse diventata medico o infermiera, avrebbe potuto vegliare sui genitori quando fossero divenuti vecchi e e malati.

Ci sono molti modi di vegliare sulla famiglia: prendendosene cura (medico, infermiere, farmacista) oppure rendendosi utili (panettiere, agricoltore, gendarme, notaio, banchiere) oppure diventando preti, religiosi, psicoterapeuti… Siamo riusciti così a reinquadrare la frase e la profezia. A partire da ciò, qualcosa è cambiato nel loro modo di vedere e di vivere e la bambina è guarita. Sono passati ormai dieci anni, la figlia non è morta e sta bene. E’ la prima volta che un primogenito non muore in questa famiglia, da dopo la Rivoluzione.

[…] L’inconscio si comporta come se avesse buona memoria e ci tenesse a ricordare i fatti e a sancire il dramma, senza dichiararlo né spiegarlo; ma la maniera in cui l’inconscio sottolinea gli avvenimenti dipende anche dal modo in cui la famiglia interpreta e comprende ciò che viene trasmesso e, di conseguenza, reagisce. […] si può dunque reinquadrare un avvenimento e una maledizione può diventare una benedizione.

[…] Inquadrando e chiarendo queste ripetizioni, laddove il soggetto accusi malessere o il paziente attraversi un periodo difficile di fragilità, si può migliorare la situazione, registrandola in modo diverso e cambiando il “copione di vita” della malattia e della morte, degli incidenti multipli o degli insuccessi, trasformandolo in un copione positivo: il “cliente” può ridiventare un soggetto, operare le proprie scelte e, finalmente, vivere.

Non voglio dire che si può impedire una morte o le conseguenze drammatiche di un incidente, ma si possono vivere gli eventi in modo diverso. Così facendo, a volte, le situazioni si aggiustano: il soggetto emerge dalla sua fragilità, quando può parlare di ciò che gli è accaduto, quando gli si rivela il filo degli avvenimenti e può prenderlo in mano, quando si inquadrano e si reinquadrano diversamente gli eventi, quando si parla del segreto e si affronta il non-detto. Si può arrivare ad operare una differenziazione tra l’amore familiare, il rispetto, la lealtà familiare e l’identificazione con l’altro (“lealtà familiare invisibile”), che spesso induce a vivere la vita di un altro o a morire come lui.

[…] Ho constatato inoltre che questo lavoro di mettere in evidenza legami e ripetizioni, di decodificazione, dà un senso agli avvenimenti e offre una presa su di essi. Quando si può vedere, quando si può comprendere, il senso emerge, il contesto respira, si libera dal peso del passato, spesso cambia la sua fisionomia e la sua vita. Egli diviene un altro… e (talvolta) la guarigione avviene di conseguenza.

da “La sindrome degli antenati” di Anne Ancelin Schutzenberger

Se le persone conoscessero il potere delle parole pronunciate e accompagnate da forti emozioni, starebbero molto attenti a ciò che dicono. Le parole accompagnate da emozioni possono essere sia benedizioni che maledizioni, possono quindi influenzare fortemente la vita altrui (anche per generazioni) e la propria, perché ciò che si dà agli altri con il cuore (nero o luminoso che sia) viene restituito moltiplicato almeno tre volte. Nella mia esperienza di trattamenti sciamanici ho potuto talvolta osservare che situazioni si sbloccassero o risolvessero dopo l’annullamento degli effetti di maledizioni mandate inconsapevolmente in un’impeto di rabbia.

Chiunque pratichi lo sciamanesimo, canalizzazioni o qualsiasi altro strumento utile a rivelare le circostanze nelle quali sono nati i problemi del consultante, dovrebbe porre molta attenzione nella scelta delle parole da utilizzare per comunicare le cause del malessere: la scelta di parole cariche di dramma può rafforzare la maledizione, mentre parole cariche di speranza e che offrano soluzioni o reinterpretazioni (reinquadramento direbbe la Schutzenberger) permettono alla verità di venire alla luce e la verità stessa renderà al consultante il potere sulla propria vita.

Anche le costellazioni familiari sono uno strumento utile per lavorare sulle ripetizioni della storia familiare, e anche in questo tipo di aiuto il conduttore lavorerà per far emergere la verità, ristabilire l’ordine e creare le condizioni adatte perché l’amore che sottende ogni legame familiare sciolga ogni dolore.

Silvia festa

Possono interessarti anche le costellazioni familiari