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Yule – Solstizio d’inverno

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yule - solstizio d'inverno

Tempo di lettura: due minuti e mezzo
E’ la notte del solstizio invernale ed è stata sincretizzata nel Natale cristiano. 

I celti e i loro eredi, sentendosi arte del grande ciclo della natura, ritenevano che ogni azione potesse influire sul cosmo, quindi avevano molti rituali, alcuni complicati altri invece semplicissimi, che consentivano lori di «aiutare» il ritorno della luce: quasi dappertutto venivano accesi fuochi per incoraggiare il ritorno del sole e per scaldare il gelido corpo della Madre Terra, entro la quale stava lentamente germinando la nuova vita.

Corso intensivo di sciamanesimo
[…] Questo periodo, caratterizzato dalle feste dedicate alla rinascita del sole che ricomincia a scaldare la terra, veniva festeggiato nel mondo celtico come un passaggio di potere tra il vecchio re Agrifoglio, simbolo dell’inverno che deve morire, e il giovane re della Quercia, simbolo del nuovo anno che sorge ad altra vita e della primavera che ritorna. Di questa battaglia è rimasta nella tradizione l’usanza di ardere nel camino un grosso ceppo di legno che si è conservato per tutto l’anno. Esso rappresenta il vecchio re che viene bruciato e che, con il suo sacrificio, dona luce e calore. Nella nostra tradizione il ceppo è molto grande e difficilmente brucia completamente. E’ bene che sia così, poiché i tizzoni carbonizzati del ceppo di Yule vengono usati per tracciare cerchi e sigilli e il più grosso viene conservato per essere usato come supporto per il futuro ceppo di Yule. Il prossimo anno infatti accenderemo il nuovo ciocco usando una parte di quello vecchio, che ci ha protetto, riscaldato e nutrito di luce tutto l’anno.
Yule in particolare segna il passaggio dalle tenebre alla luce, poiché, se è vero che la notte del solstizio è la più lunga dell’anno, è anche vero che dal mattino successivo le giornate ricominciano ad allungarsi, anche se solo di pochi minuti al giorno, progressivamente si allenta la morse dell’oscurità e del freddo e ci si avvia verso la primavera.

Nella grande sala nella quale tutti si riunivano, si accendevano piccoli fuochi in bracieri di bronzo e candele di cera d’api come benvenuto alla luce e si festeggiava fino a tarda notte, bevendo, ballando e mangiando e nessuno andava a dormire perché era importante sacrificare il riposo per vedere l’alba. Il sole che sorge è la speranza nella rinascita della natura dopo la morte apparente dell’inverno. 
[…] Il protagonista della festa di Yule è l’abete, l’albero che rappresenta la Dea in questa stagione, e la ghirlanda che si vede così frequentemente nei paesi nordici è, secondo alcuni commentatori, una raffigurazione della ruota dell’anno. Il Popolo della Vecchia Quercia era solito decorare un grande abete che si trovava in prossimità di una fonte con moltissime mele rosse (simbolo di prosperità), alcune arance […], dolciumi, nastri e strisce di tessuto dai colori solari. I «doni» venivano spruzzati con il sidro ottenuto dalle mele dell’ultimo raccolto e poi venivano distribuiti ai bambini. Sempre con il sidro venivano «lavati» i tronchi degli alberi da frutto per propiziare un raccolto abbondante. […] 

Tratto da “La magia dei celti” di Laura Rangoni