Quando ci incarniamo in forma umana, nonostante il nostro scopo ultimo sia quello di fonderci nello spirito, nell’unica anima, l’interazione fisica, emotiva e spirituale con gli altri è il fulcro della nostra vita. Il modo in cui la gestiamo gioca un ruolo rilevante nel determinare il nostro futuro. […]
Noi tutti abbiamo molti tipi diversi di relazioni: con un partner, con la nostra famiglia, con le persone con cui lavoriamo (capi, colleghi, dipendenti), con i nostri amici, con insegnanti e studenti. Nel corso delle nostre molte vite il loro aspetto corporeo può cambiare così come le relazioni che abbiamo con loro, ma stiamo sempre imparando la lezione dell’importanza delle relazioni, perchè torniamo qui, più e più volte, con la stessa anima.
Forse vostra madre vi tormenta da molte vite. Forse in esistenze diverse, voi siete stati sua madre e forse con lei avete avuto altri tipi di rapporti. Alla fine, dobbiamo guarire tutte le nostre relazioni e, per farlo, dobbiamo usare tutte le nostre doti, soprattutto empatia, compassione, nonviolenza e amore. La comunicazione è la chiave di ogni relazione. Amore e sincerità sono elementi vitali per questo processo, ma altrettanto lo è la sicurezza: se non vi sentirete al sicuro. […]
Recentemente, una mia paziente era inorridita all’idea che la relazione di codipendenza che aveva avuto con un uomo violento, una relazione da cui era appena riuscita a fuggire, non fosse finita; capì che quell’uomo sarebbe potuto tornare da lei in una vita futura. “Come posso impedirlo?” mi chiese. “Non voglio che torni.”
La risposta consiste nell’assicurarsi che non ci siano “appigli” in voi che possano trattenere relazioni sbagliate: niente rabbia, niente violenza, assolutamente niente di negativo. Se riuscite a lasciare una relazione con amore, empatia e compassione, senza alcun pensiero di vendetta, odio o paura, ve ne libererete.
Se nella tua vita esiste una persona da cui ti sei separato conservando rabbia, desiderio di vendetta, la sensazione di essere stata una vittima o altre emozioni che non siano gratitudine ed amore, puoi fare questo “esercizio”.
Prendi un foglio di carta e scrivici il nome della persona con cui ti sei lasciato, mettilo per terra di fronte a te e immagina che lì su quel foglio ci sia proprio lui/lei che sta in piedi di fronte a te. Ora scegli la distanza da quel foglio che ti permetta di riuscire a stare in piedi di fronte a lei/lui senza troppo forzarti.
Chiudi gli occhi e entra in uno stato di calma, entra nel tuo cuore, accedi a quella fonte d’amore che risiede in te, lascia che dall’alto scenda su di te il sostegno delle tue Guide o del Divino o di qualsiasi entità a cui ti rivolgi nei tuoi dialoghi spirituali, sentiti uno con il Divino in un sentimento rivolto a far accrescere l’amore dentro e fuori di te.
Quando sei così ben centrato in te e nell’amore, apri gli occhi, guarda la persona con cui ti sei lasciato e dille:
1) Nella nostra relazione mi è mancato di dirti… scegli di dire le cose che siano al servizio dell’amore, muovere accuse ed insulti in questo momento non ti servirà a nulla, trova ciò che c’è stato, ciò che è venuto, di buono dalla vostra relazione e diglielo
2) Ti ringrazio per ciò che ho ricevuto da te e puoi tenere ciò che hai ricevuto da me
3) Mi prendo la mia parte di responsabilità per la fine del nostro rapporto e ti lascio la tua parte di responsabilità
4) Avrai sempre un posto nel mio cuore
Puoi ripetere ogni frase (specialmente le 2, 3 e 4) diverse volte fino a che la senti vera. Può darsi che questo esercizio debba essere ripetuto più volte, non ti servirà più quando pensando all’ex partner sentirai solo amore e gratitudine.
Alla fine togli il foglio dal suo ruolo di rappresentante dell’ex partner, puoi farlo pronunciando queste parole: “ora sei solo un foglio di carta”.
Questo esercizio è utile per tutti, ed è di fondamentale importanza se dalla relazione sono nati dei figli: i tuoi figli sono per il 50% parte di te e per l’altro 50% parte del tuo partner; rispettare il partner (anche se la relazione è finita) corrisponde a rispettare, accogliere ed amare quella metà dei vostri figli che non viene da te.
Silvia Festa
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