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2 Gennaio
L’angelo Manakel – Capacità di discernere il bene dal male
Dopo esservi rilassati ed aver pronunciato il nome di Manakel, osservate per qualche istante il simbolo del Tao, il principio divino che, secondo un’antica tradizione religiosa cinese, in forma di soffi alterni ha dato origine al cormo e lo regge. In esso possiamo ritrovare tutta la nostra realtà di esseri terreni e celesti. Nel cerchio, perfetto nella sua forma, ritroviamo l’Uno, il divino, l’immutabile, il Sé. Il cerchio poi è diviso da una sinusoide che separa il bianco dal nero; e questa è la realtà oggettiva in cui esiste la notte e il giorno, il caldo e il freddo, il positivo e il negativo, il maschile (Yang) e il femminile (Yin), l’ispirazione e l’espirazione e così via. Ma nel bianco c’è un puntino nero e nel nero un puntino bianco, perché né il bianco né il nero sono la Realtà, ma il bianco-nero – senza la particella di congiunzione “e” – in una continua danza alla ricerca dell’equilibrio e dell’armonia.
Questo è evidenziato dal fatto che, se si prova a tagliare il cerchio con una qualsiasi retta passante per il centro, sempre si avrà un po’ di bianco e un po’ di nero.
Siete entrati in questa realtà con il vostro primo atto duale, il respiro; da quel momento fino all’ultimo istante della vostra vita è un continuo ondeggiare da una polarità all’altra, alla ricerca di quell’equilibrio che è simbolo dinamico dell’armonia immobile, perché atemporale e perfetta, dell’Assoluto.
Dice un poeta indiano: “Non è n paradosso dire che c’è gioia nel dolore e allo stesso modo vi è sempre, in realtà, un senso di pena nella felicità” (Tagore, massime per una vita armoniosa, Ed Guanda). Sono i due puntini, bianco nel nero e nero nel bianco.
Richiamate più volte alla vostra mente questo simbolo nell’arco della giornata.
Autrice Dede Riva
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